10.10.17

La partita del tifoso - Va bene così, continuiamo a crescere.

Va bene così. Portiamoci a casa anche quest’altro punticino e passo dopo passo, proprio come le formichine citate dal maestro Peppe dal cognome impronunciabile, vediamo di venire a capo di questa situazione di classifica che resta deficitaria. Una buona partita, quella dei nostri ragazzi, sabato ad Andria e come con il Trapani si è vista un’evidente crescita nel secondo tempo, questa volta anche a dispetto di un temuto calo fisico, dovuto agli straordinari di martedì. Una volta assestatasi in mezzo al campo e scampato qualche solito rischio in difesa, la nostra Paganese ha anche ‘rischiato’ di vincere. Peccato per alcune occasioni sprecate e un paio di decisioni della terna arbitrale che mi hanno lasciato alquanto perplesso.

Andiamo con ordine. Le occasioni sprecate:
- caro Talamo, che hai pensato di fare sul quel passaggio che ti ha messo davanti alla porta di Cesaretti? Ti sei avviluppato su te stesso e hai spedito la palla fuori, con noi tifosi già pronti a esultare per un goal che sarebbe stato decisivo...

- quella di Cesaretti non è stata una vera e propria occasione sprecata, ha calciato bene, al volo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo (così dicono, in televisione) e per poco non faceva un gran gol.
Procediamo con disordine. I dubbi sulle qualità morali dei parenti di sesso femminile dell’arbitro e ‘forse’ del guardalinee (se ha sbagliato) o assistente (se ha ingarrato la segnalazione):

- il rigore su Cesaretti era grosso quanto una casa, secondo me. L’arbitro era a mezzo centimetro dall’azione e non ha potuto non vedere l’atterramento del nostro attaccante, letteralmente affossato dal difensore avversario. Non contento, il parente stretto delle fedigrafe ha pensato bene di ammonire non so chi dei nostri, che giustamente, non vedendosi assegnato un sacrosanto rigore a favore, era lì lì per paliare uno dei loro. Almeno quello, insomma;

- domenica mattina, nella solita rifinitura post partita di noi tifosi, c’è stato chi giurava che Regolanti fosse in posizione regolare quando ha insaccato di testa. Ho avuto modo di osservare il fermo immagine e onestamente ancora non saprei esprimermi. Se siete d’accordo con me, in assenza di certezza, direi che intanto non possiamo affermare che arbitro e guardalinee/assitente abbiano, se non proprio familiari di sesso femminile in comune, lo stesso antipatico problema di escrescenze sul lato alto della fronte.

Pensiamo a noi però. La squadra è sembrata in crescita, il gioco non è ancora convincente ma ci stiamo avvicinando. Mi sono piaciute la grinta e la voglia di portare a casa un risultato positivo. Scarpa è stato di nuovo uno dei migliori e la sua rincorsa a un avversario, al 95’, è stata eroica. Oggi però voglio menzionare uno che abbiamo spesso bistrattato: Carini. Il nostro difensore ha giocato bene, con decisione e a tratti con la necessaria autorità di cui un ottimo difensore non può fare a meno. Bene anche Bensaja e Cesaretti.

Ho dimenticato qualcuno? “Gomis”, direbbe qualcuno di voi. No, io Gomis, stavolta non lo premio e vi spiego perché. Sono ancora arrabbiato con lui per una cosa accaduta in settimana. Era ora di pranzo e non vedevo l’ora di ritirarmi a casa e ristorarmi, dopo una pesante mattinata di lavoro. C’era uno in macchina, davanti a me che procedeva ‘lento pede’ e io dietro, spazientito e impossibilitato a sorpassare. Dopo qualche minuto, al culmine della cafonaggine, inizio a suonare il clacson insistentemente, intimandogli così di procedere un po’ più spedito, ma lui niente, manco fosse un giapponese capitato per la prima volta nella divina Costiera Amalfitana. Solo alla fine mi rendo conto di chi fosse alla guida di quella lenta auto che mi precedeva: Lys Gomis. A quel punto, mi vengono in mente le parate di Cosenza e altri prodigi firmati dal nostro portierone. Chiaramente, il ritorno a casa, il pranzo e il divano hanno perso la precedenza ed io sono diventato il più civile degli automobilisti, scortando amorevolmente il buon Lys fino all’incrocio che ha poi segnato la separazione tra le nostre strade…

Alberto Maria Cesarano
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