25.10.16

La partita del tifoso: ritorniamo a fare i tifosi e a sostenere la Paganese

Così non va proprio!
E non lo dico per l’ennesima sconfitta patita in casa, non per i miseri quattro punti fatti in cinque partite casalinghe ma per le sensazioni che ho vissuto e sentito ieri in tribuna.
Giunto allo stadio con la mia consueta mezz’oretta di anticipo, mi sono immediatamente ritrovato a parlare del fatto della settimana, di quanto cioè accaduto a Cosenza e delle successive decisioni prese dalla società in merito alla questione Marruocco. I minuti passavano e la tensione anche, ma non era la tensione tipica che si sente quando ormai mancano pochi minuti al fischio di inizio, no! Era una tensione strana che ha generato un’altrettanto strana atmosfera che è sembrata allungarsi come un’ombra maligna al terreno di gioco ed influenzare la nostra squadra. Nei primi quindici minuti di gioco, infatti, notavo una certa agitazione e distrazione, sugli spalti e tra i nostri giocatori. E sono stati indubbiamente quei minuti ed il gol preso a freddo ad aver indirizzato e poi condizionato la partita. Come se, quanto accaduto in settimana, l’assenza dei tifosi in curva e la distrazione degli stessi tifosi abbiano anestetizzato la nostra squadra, con il risultato che tutti sappiamo.
A questo punto, vorrei dire la mia, un’altra volta, per l’ultima volta, su quanto successo a Cosenza.
Ciò che penso l’ho scritto la settimana scorsa, lo ribadisco e non cambio idea. Però il fatto nuovo è stata la presa di posizione della società e questa decisione va difesa e rispettata dai tifosi. Onestamente, fare i tifosi è facile e tutti siamo capaci a farlo ma essere tifosi e contemporaneamente dirigenti di una società di calcio è difficile ed è per pochi. E non è solo per il più evidente dei motivi, vale a dire quello economico. Un dirigente di una squadra ha il dovere di restare freddo e calcolare i pro ed i contro di ogni decisione, non può permettersi il lusso di farsi trascinare dagli eventi e perdere lucidità, cosa che è concessa a noi tifosi. Magari domenica notte, neanche Trapani avrà dormito come molti di noi. Magari anche a lui, per un attimo, sarà venuto di pensare: “Basta, è troppo, stavolta lo mando via e prendiamo un altro portiere”. La notte poi porta consiglio, si sarà confrontato col tecnico e con gli altri dirigenti, magari anche con qualche calciatore, ed avrà deciso di intraprendere la strada che sappiamo. A questo punto la palla passa al tifoso. E qui il tifoso deve dimostrarsi maturo e responsabile, deve chiedersi se la società merita o meno fiducia e rispetto, per tutto quanto fatto fino ad ora e la risposta, a mio avviso, non può che essere una: sì!!
Ed allora voltiamo pagina ed andiamo avanti. Marruocco resta un calciatore della Paganese, che ci piaccia o no. E pertanto, per quello che rappresenta, deve essere difeso ed incoraggiato da tutti. Oggi, chi si scaglia ancora contro il nostro portiere (e questo vale per qualsiasi calciatore) non vuole il bene della Paganese ma persegue una campagna personale, magari non isolata ma sicuramente in contrasto con i progetti e le aspettative della società.
Svestiamo i panni dei dirigenti e ritorniamo a fare quello che sappiamo fare: i tifosi. Ritorniamo a farci salire la pressione arteriosa a mille per l’incombenza del fischio d’inizio di una partita, riprendiamo ad accanirci contro avversari ed arbitri ma riprendiamo a sostenere la squadra e tutti, dico tutti, i suoi componenti.

Alberto Maria Cesarano - © Paganesemania