22.9.15

La Paganese vola con ‘Cacà’-vallo: il pupillo di Zeman e Vucinic che ci aveva visto lungo su Florenzi.

Zeman stravedeva per lui, Valeri Bojinov ha spinto per riaverlo come compagno. Una gratificazione non da poco, sicuramente. C’è anche questo nella carriera di Peppe Caccavallo, autore di due gol per frenare l’entusiasmo e la corsa della Fidelis Andria e lanciare la Paganese in vetta alla classifica. E’ lui il protagonista di quest’avvio del campionato di Lega Pro. Sì, perché il girone C in quest’inizio è a tinte ‘azzurrostellate’, grazie ai gol del pupillo di Zeman che s’ispira a Lionel Messi.

28 anni di Pianura, famoso quartiere di Napoli, Caccavallo è cresciuto a Lecce sotto gli insegnamenti del boemo che stravedeva per le sue doti. Zeman vedeva in lui un nuovo Vucinic, un nuovoBojinov. Un nuovo talento dal quale tirare fuori tecnica, corsa e fantasia. Tanto da rivolerlo qualche anno dopo, a Pescara, per rinforzare quel micidiale attacco formato da Sansovini, Immobile ed Insigne. Un tridente da record, da 62 gol in un campionato. Caccavallo in quel tridente non giocò mai. Colpa della pubalgia, colpa degli infortuni che sono stati suoi storici nemici.

Perché “un giocatore come Caccavallo, cosa ci fa ancora in queste categorie?” Una frase che ha pronunciato Zeman e che gli ripete ancora il suo attuale allenatore Gianluca Grassadonia. E che nel corso degli anni gli è stata ripetuta da tantissimi compagni, più o meno illustri. “Cosa ci faccio in Lega Pro? Quando sei giovane fai degli errori – ha raccontato Caccavallo a GianlucaDiMarzio.com – anche e soprattutto di presunzione. Ma nel calcio bisogna sempre crederci e, finché giocherò, proverò sempre ad inseguire il sogno di calcare palcoscenici importanti. Perché anche a 28 anni bisogna avere degli obiettivi”.

Zeman, come detto, lo considerava un suo pupillo. “E’ l’allenatore che mi ha permesso di giocare con il Lecce in serie B, credeva molto in me. Ero un suo pallino perché lui era molto legato a Bojinov e rivedeva in me un po’ quelle che erano le caratteristiche di Valeri. Poi mi rivoleva a Pescara. Ero a Crotone e c’era anche la possibilità di andare alla Ternana. Ma io, ovviamente, avevo accettato la sua proposta. Però avevo la pubalgia e purtroppo non se ne fece più nulla”. Un rapporto speciale quello con Zeman, che lo soprannominò Cacà. Non per la somiglianza con Kaka, quello del Milan. Ma “perché disse che se fossi nato in Sudamerica sarei diventato un fenomeno e mi avrebbero chiamato così”.

Questo giovane attaccante tutto mancino impressionò tutti a Lecce. Da Zeman ai suoi compagni più illustri. “Quando Bojinov andò alla Juve – racconta Caccavallo – fece una doppietta al Crotone, mentre io ero con il Lecce in serie B. Fu intervistato da Sky e, nel frattempo, arrivò anche Zeman. Allora Valeri gli disse in diretta ‘mi raccomando, trattami bene Caccavallo che è il più forte della tua squadra’. E Zeman gli rispose che non avevo bisogno di raccomandazioni, che sapeva bene che ero il più forte”.

Da Lecce a Crotone, nel giro di qualche anno con alcune stagioni di Lega Pro a fare da parentesi. Lì conobbe un ragazzino romano che già si comportava da veterano. Un certo Alessandro Florenzi, che giocava con una tranquillità disarmante in tutte le zone del campo. “La corsa e lo spirito di sacrificio erano le sue doti migliori, sin da ragazzino. E’ il classico giocatore moderno, valido tecnicamente e che sa fare tutte le fasi. Gli preannunciai che con Zeman alla Roma sarebbe esploso, e così fu”. Incontenibile per gli avversari, ma anche per i compagni di squadra. “Era un rompiscatole – prosegue, ridendo, Caccavallo – ma, a parte gli scherzi, aveva carattere da vendere. Un ragazzino che parlava già come un veterano, anche questa era una sua qualità”.

E poi c’è stato quel gol, contro il Barcellona. “Pura magia, fantasia. Lui gioca sempre come se stesse nel parco con gli amici. E quello è un gol da parco”. Una prodezza che ha fatto ‘male’ a Caccavallo. Tifoso del Napoli ma, soprattutto, del Barcellona. “Sì, sono innamorato di Messi che considero il nuovo Maradona. Da un lato ero dispiaciuto per il gol di Florenzi ma dall’altro ero contento per lui”.

Un ricco album di ricordi, che Caccavallo custodisce gelosamente e che ora vuole arricchire con nuove pagine importanti: “Provo a fare bene con la Paganese. Siamo primi in classifica, cosa che neanche noi ci aspettavamo. Ma è ancora presto per sognare. Spero di continuare a segnare e a fare bene”. E, chissà, un’altra chance nel grande calcio arriverà. Perchè poi Zeman sugli attaccanti non sbaglia. E se l’ha detto lui, questo ‘Cacà’, cosa ci fa ancora in Lega Pro?

Fonte: www.gianlucadimarzio.com