27.1.14

Il “legname” che non c’è.

di Nino Ruggiero

C’è poco da stare allegri in casa Paganese. È bastato un Viareggio così così, certamente non uno squadrone ammazza campionato, per riportare con i piedi per terra tutti quelli che – in un senso o in un altro – avevamo sperato in una sterzata decisa, soprattutto dopo le discrete esibizioni con Benevento in casa e con Pontedera e Ascoli in trasferta.
Il dato sconfortante maturato dopo la pesante sconfitta interna con il Viareggio è rappresentato dal fatto di avere assistito ad una delle più brutte e insulse esibizioni della Paganese negli ultimi anni. Una sconfitta che al di là del risultato, in una gara che ha avuto poca storia, ha evidenziato carenze tecnico-tattiche macroscopiche. Non mi è dato di sapere quali sono e quali saranno le mosse della società azzurro stellata in questi ultimi giorni di mercato. Ma non mi è sembrata una buona idea rinunciare aprioristicamente – a meno che non si sia trattato di problemi di natura fisica – a due atleti come Velardi e Meola, che, volenti o nolenti, con tutti i problemi di ambientamento e con alterna fortuna, avevano costituito pur sempre l’architrave del gioco di centrocampo della squadra. Forse Velardi e Meola non sono mostri sacri, ma almeno sono giocatori di mestiere abituati ad agire in determinate zone del campo.
Nel giorno del debutto di Palma, un ragazzo dotato di buona personalità e di una fresca vena atletica, si è pensato invece di costituire un centrocampo formato da atleti che, oltre a non avere il passo di centrocampisti, non sono mai stati e non saranno mai uomini di interdizione e di rilancio. Martinovic e Deli, encomiabili per impegno mostrato, impiegati nella zona nevralgica del gioco, non solo non sono riusciti a dare manforte a Palma quando il Viareggio era in possesso di palla, ma addirittura – proprio perché stremati in un andirivieni che non rientra nelle loro caratteristiche – non sono mai riusciti a ricucire il raccordo tra difesa ed attacco.


Con un centrocampo che non riesce a fare filtro davanti a una difesa che tanto avrebbe avuto bisogno di protezione, Marruocco e compagni non hanno mai dormito sonni tranquilli. Il gol realizzato dopo pochissimi minuti dall’inizio è stato solo l’avvisaglia di quello che sarebbe stato poi l’andamento della gara.
Alla vigilia si era parlato di una Paganese finalmente al gran completo; addirittura Belotti avrebbe dovuto avere problemi di abbondanza. Forse a qualcuno è sfuggito che in pochi giorni sono andati via da Pagani e stanno per andarsene tutti gli elementi che dall’inizio del campionato avevano in un certo qual senso preso possesso delle chiavi del centrocampo: Franco, Velardi, Giampà e Meola.
Di solito quando i risultati non arrivano, come nelle aspettative, i calciatori si rimpiazzano con elementi maggiormente dotati, sempre che si voglia migliorare. Ma chi è arrivato, di grazia, al posto dei suddetti calciatori? Palma, promettente elemento dalle giovanili del Napoli, e Palomeque, altro giovane di belle speranze. Punto e basta. E volete che due elementi, per quanto bravi in prospettiva, possano sostituire tutt’ad un tratto elementi che avevano già confidenza con un certo tipo di gioco, se non altro per esperienze consolidate?
Io non so se Belotti sia contento delle scelte di mercato. Immagino di no perché un tecnico navigato sa bene quanto conti l’esperienza in questo tipo di campionato. Fossi in lui – ad evitare spiacevoli coinvolgimenti in disastri annunciati – visto che manca ancora qualche giorno alla chiusura delle liste di trasferimento, metterei determinati paletti a sostegno della mia posizione e delle mie aspettative.
Nel calcio quando i risultati non arrivano – ed è il caso nostro – è sempre il tecnico a essere messo sotto accusa; credo quindi che non sia più il tempo di tergiversare anche perché il campionato ha già passato il giro di boa. Allora, visto che l’unico obiettivo possibile è quello di non finire il campionato all’ultimo posto, che – tra l’altro – comporterebbe anche un mancato introito di contributi federali, cerchiamo di salvare almeno la faccia.
La partita? Lasciamo perdere, per carità di patria. Se non l’avete vista, è stato un bene. Roba per malati di calcio, per gente che – freddo o non freddo, acqua o non acqua – è abituata ad essere presente nel nome di una passione che non ha età; una fede, nulla più. Ma può bastare?
Squadra azzurro stellata senza capo né coda, decimata e senza spina dorsale. Centrocampo raffazzonato con elementi fuori ruolo; difesa scarsamente protetta da elementi che non erano e non saranno mai centrocampisti. Tre gol del Viareggio, tutti di ottima fattura, e tutti a casa dopo una “freddiata” polare.
L’interrogativo, anche a mente fredda, però suona inquietante e non dovrebbe far dormire i responsabili della società: i continui risultati negativi sono figli di problemi di “manico” o è il “legname” che non  è adatto al “mobile”?

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com