13.8.13

Maurizi è sicuro: i giovani saranno la nostra forza.

Una vita (la prima) a dominare nel calcio a 5. Un’altra - iniziata nel 2008 sulla panchina della Massese - ad insistere su un teorema ora molto più diffuso: il trasferimento di quei concetti dentro il pallone dei grandi. In tanti hanno storto il naso in principio prima di ricredersi quando l’innovazione han deciso di sperimentarla - con grandi risultati - i club di primissima fascia: su tutti la Fiorentina di Montella.Agenore Maurizi è il precursore, il primo in Italia ad aver tracciato la strada dopo aver vinto tre scudetti e tre coppe Italia nel calcio a 5. E pur d’affermare le proprie tesi s’è appiccicato addosso etichette, pregiudizi, pettegolezzi. Proverà a spazzare tutto via alla guida della giovane Paganese, alla quale ha già dato – in meno di un mese – un’identità precisa di gioco e coordinate comportamentali chiare. Trapani gli ha dato l’occasione, D’Eboli ha creato subito sintonia e sinergia per le operazioni di mercato.

Da uno a dieci quant’è soddisfatto di questo primo mesetto? 
"Dieci. Stiamo dando il massimo - afferma il tecnico in un'intervista rilasciata ieri a "La Città" - abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Il mercato in entrata è quasi terminato ed il lavoro di campo procede senza intoppi. Poi l’ambiente è davvero perfetto per fare calcio: ho trovato una società molto competente ed organizzata. È chiara l’impronta data da Trapani in quasi dieci anni di presidenza. Possono cambiare gli obiettivi di anno in anno, ma la serietà e la premura restano costanti della personalità del presidente. Premesse indispensabili per poter lavorare bene. Negli ultimi due anni ho toppato e me ne assumo le responsabilità. Ma bisogna pure ricordare le condizioni precarie con le quali ho convissuto prima a Viareggio e poi a Treviso".

A che punto è la Paganese sul piano atletico e su quello tattico?
"A metà dell’opera. Siamo ancora in una prima fase dal punto di vista fisico e va successivamente sviluppata la velocità. Sul piano tattico stiamo approfondendo i concetti di possesso palla e difesa di squadra, non ancora quelli di transizione".

Nemmeno un intoppo di natura muscolare. 
"Se il lavoro procede in maniera scorrevole è perché sono circondato da grandi professionisti. Luca Tulino e Luca Florio, i miei preparatori, sono efficacissimi, studiano tutto nei dettagli, lavorano da anni col gps metabolico. Sembrava una stupidaggine, una roba che potesse funzionare solo nel calcio a 5. Invece, sta diventando di uso comune tra i grandi club. Ma non dite che Maurizi è stato il primo a puntare sul trasferimento di metodologie dal calcio a 5 all’ 11".

Perché non dovremmo?
"Perché io sono un signor nessuno. Poi dopo anni ed anni in cui magari ti hanno pure deriso un grande club come la Fiorentina inizia a puntarci con forza e si parla di innovazione. Ho sempre saputo che le metodologie del calcio a 5 portano solo benefici, soprattutto per lo smarcamento, l’orientamento del corpo e la velocità di pensiero ed esecuzione. Xavi ed Iniesta, i più grandi centrocampisti al mondo, fino a 16 anni hanno giocato solo il calcio a 5".

Si sente un po’ frustrato per questa mancanza di considerazione?
"Mi procura rabbia. Sono stato costretto a sentirne di tutti i colori in questo mondo pieno d’invidie e pettegolezzi. Ma sono fiero d’essere restato leale ai miei principi, al mio modo di vedere il calcio".

www.paganese.net