29.3.12

La rincorsa della Paganese parte dalle fasce.

Sono ripresi nella giornata di ieri i lavori per la Paganese, pronta ad analizzare la parti­ta di Chieti e a programmare il lavoro da svolgere in set­timana (la squadra azzurro­stellata domenica effettuerà un turno di riposo). Palumbo sarà chiamato come al soli­to a cercare una soluzione ai diversi problemi emersi contro i neroverdi, parten­do soprattutto da quella che sembra essere diventata una costante: il terzino sinistro.

Da inizio stagione, infatti, in quel ruolo si sono alternati senza continuità di rendi­mento i vari Agresta, Errico e Loiacono, dando però solo raramente risultati positivi. Il problema, in verità, era stato già evidenziato alla società dall’ex tecnico Grassadonia, che prima di rassegnare le proprie dimissioni, aveva più volte sollecitato il dies­se D’Eboli all’acquisto di un terzino mancino all’altezza della situazione, possibil­mente under data l’attitudine dell’allenatore salernitano a lavorare con i giovani. I tifosi e gli addetti ai lavori, vede­vano proprio in quel ruolo l’esigenza di attingere dal mercato qualche elemento in grado di far fare alla squadra il definitivo salto di qualità, quando la promozione di­retta sembrava essere ancora un possibile traguardo e non una lontana chimera. La crisi societaria, con il conseguente blocco del mercato ha fatto il resto, lasciando invariata l’in­tera rosa, eccezion fatta per gli acquisti degli svincolati Nigro, Cognigni, e Stillo.

Poi il cambio al timone con il ritorno al sapore di amarcord per Pino Palumbo; ancora il solito walzer, con l’inseri­mento, seppur sporadico, di Sicignano nella rotazione di terzini con un’unica costan­te: chi riusciva a fornire una buona prestazione, anche partendo dalla panchina, ra­ramente riusciva a conferma­re quanto di buono mostrato nella domenica successiva, facendo sempre un passo indietro e mai uno in avanti. Gravi disattenzioni difensive si sono aggiunte al carente supporto in fase di spinta, con rare sovrapposizioni per liberare l’estro e la fantasia di Scarpa, e prevedibili cross dalla trequarti che si sa, sono da sempre manna dal cielo per i difensori centrali ospiti. Grattacapo ammesso candi­damente anche dallo stesso tecnico azzurrostellato che in conferenza stampa ha dichia­rato a tal proposito che “chi nasce lento non può diven­tare veloce, è un problema strutturale”, ipotizzando su­bito dopo il pareggio nel der­by contro l’Ebolitana, anche l’utilizzo del giovane Pepe, che ha giocato fin qui sempre da centrale, sull’out mancino. Situazione da risolvere il pri­ma possibile, per il trainer di Venosa che dovrà trovare una soluzione definitiva: per for­za di cose dovrà puntare su qualcuno e concedergli mas­sima fiducia nella speranza di risolvere la grana e finire la stagione in crescendo, spe­rando che il destino non gli riservi un tiro ‘mancino’.

resport.it