29.4.10

Tra l'incudine e il martello: momenti di riflessione.

La settimana scorsa ci siamo lasciati con la Speranza di raccogliere i punti necessari per giungere ai famigerati spareggi salvezza, ma come spesso ci è accaduto in quest'annata calcistica, la Paganese è stata tradita dai suoi giocatori che spaziano soprattutto nella metà campo avversaria (avrei potuto scrivere molto più semplicemente attaccanti, ma questa è una definizione di ruolo che non calza a nessuno di quei giovanotti). Senza attaccanti purtroppo non si segna, non si vince e salvarsi diventa terribilmente difficile anche se la squadra è guidata da un tecnico che sa farla giocare al calcio e nonostante limiti tecnici notevoli da parte di molti elementi. Intravedo in questo finale di stagione, emblema di tutto il campionato, anche sintomi di stanchezza da parte di Trapani che per la prima volta comincia a parlare di possibile cessione della società e comunque lascia intendere che il suo impegno non sarà alla pari di quello degli ultimi anni. Il miracolo vero compiuto da Raffaele Trapani è stato quello di riportare Pagani alla ribalta della cronaca sportiva per le sue vittorie e per la sagace gestione amministrativa della Paganese, in sette anni ha dimostrato di saperci fare e che a Pagani è possibile fare calcio. Se lasciasse il testimone a qualcun altro, ma non credo che succederà perché mancano veri e validi interlocutori, penso che difficilmente si riuscirebbero a raggiungere risultati similari. Pertanto, come già detto in passato, mi auguro che l'anno calcistico appena trascorso sia stato un anno di riflessione e di programmazione per un futuro migliore per la Paganese e la Pagani sportiva.

Carlo Avallone per Paganese.it