25.2.10

Tra l'incudine e il martello: momenti di riflessione.

Non c'è cosa più difficile che trovarsi di fronte il foglio bianco e tentare di scrivere qualcosa che non sia stato già detto e scritto di questa disastrata annata azzurrostellata. I proclami del Presidente Trapani di inizio anno, e le dichiarazioni d'intento espresse nel corso di questi mesi, hanno cozzato contro un muro di cemento costituito da comportamenti in piena contrapposizione con quanto dichiarato. E a nulla sono valsi gli indubbi meriti di un allenatore come Palumbo che, sebbene il sottoscritto non ne condivida appieno le convinzioni in merito ai calciatori, sta facendo giocare la squadra, rendendola piacevole nel gioco e instillando nei tifosi una rabbia continua per la mancanza di due elementi (attaccante e centrale difensivo) in grado di portarci alla salvezza. In quest'ultimo mese abbiamo sentito di tutto e credo per la maggioranza dei casi un cumulo di fesserie, ma se calciatori non vogliono venire a Pagani una ragione, o forse più di una ci deve essere; e se il Presidente che ha sempre lottato ed è sempre stato animato da una voglia di emergere questa voglia non la mostra più una altra ragione ancora ci sarà. Forse si è giunti alla crisi del settimo anno? Forse il Presidente Trapani non si sente più in grado di sostenere l'oneroso (economicamente e moralmente) compito di mantenere la Paganese in Prima divisione? Forse è stanco di guidare una società di calcio? Sono domande in attesa di risposta, ma perché non è possibile essere chiari e manifestare a tutti le proprie difficoltà se vi sono? Avremo mai queste risposte? Presidente perché lasciare scivolare via una stagione così, senza avere tentato? Provi a farci comprendere forse anche chi la contesta potrebbe capire.

Carlo Avallone per Paganese.it