23.10.07

Doppio scivolone per i falchetti (da Il Messaggero).



PAGANI - I tifosi della Paganese crederanno che la loro vittoria sul lanciatissimo Foligno sia il frutto del rito del sale. E lasciamoglielo credere. Prima della partita, infatti, dietro la porta difesa da Botticella è stato versato sale con devozione e attenzione seguendo quel rito magico che solo i tifosi doc conoscono e sanno applicare. Tifosi doc, quelli di pagani, prorpio come lo sono quelli di Foligno che fin laggiù sono andati in un centinaio. E’ vero che speravano in una vittoria, è vero che sognavano la zona zona alta della classifica ma è anche vero che la sconfitta rimediata sul pantano di Pagani non li ha demoraluizzati. Anzi: come sono soliti fare, loro cantano a voce ancora più forte quando le cose non vanno bene. Perchè il loro motto è ”vince chi soffre e dura”.
Il Foligno, ieri ha sofferto. Non l’attacco della Paganese, non il siuo centrocampo-ragnatela: come tutte le squadre che giocano bene a pallone, che sanno triangolare anche in spazi ristretti e che non hanno difficoltà a lanciare lungo scavalcando le difese agguerrite, il Foligno ha sofferto il campo pesante. Ha sofferto il pantano sul quale non è davvero possibile giocare palla a terra come ha insegnato Bisoli. Ha sofferto, il Foligno. Ma non si è arreso. I due gol che ha subìto non sono certo al fotografia dela partita perchè il primo, diopo 28 minuti di gioco, è stato il frutto di un bel tiro di Cantoro a cui Marinucci aveva toccato la palla calciando una punizione da trenta metri. L’attaccante Paganese ha spedito la palla sul set lontano da Ripa dove il portiere biancoazzurro non sarebbe mai arrivato. Un episodio. Non certo il punto di arrivo di azioni manovrate o il risultato di clamorose distrazioni difensive dei falchetti.
Un episodio che i ragazzi di Bisoli hanno cercato di pareggiare giocando come loro sanno fare. Dimenticando che il campionato di serie C, ancorchè si tratti di C1, non è certo un campionato da accademia calcistica e così le giocate di Parolo sono state frenate dall’acquitrino in cui s’erano trasformati certi angoli del campo a seguito della pioggia battente caduta prima e durante la gara; le azioni di sfondamento di Turchi hanno scivolato sulla fanghiglia e le illuminazioni di Noviello si sono riflesse sulla neve che imbiancava la cima del Vesuvio.
Bisoli capisce presto che, se non aumentava il potenziale offensivo dei falchetti, avrebbe servito la vittoria su un piatto d’argento e allora, dal secondo tempo, lascia Volta negli spogliatoi e manda in campo Girardi, spostando Noviello dietro le punte e chiedendo a Parolo di giocare più largo. La mossa giusta, quella che avrebbe dovuto far allargare la difesa avversaria consentendo penetrazioni cincenti a Turchi o allo stesso Girardi. E dall’acquitrino di Pagani è cominciata ad arrivare musica diversa. Le triangolazioni biancoazzurre si susseguono sempre più frequentemente ma la Paganese riesce sempre, in qualche modo, a bloccarle. E quando non ci riescono i difensori campani è Botticella che ci pensa. Per venti minuti il Foligno dà lezione di calcio ma al di la degli applausi non conquista null’altro. Anzi: subisce. Subisce il raddoppio quando l’arbitro decreta il rigore perchè Scarpa, in contropiede, era arrivato davanti a Ripa. Ed è proprio Scarpa a firmare il due a zero.
Sarà stato merito del sale?